Riportiamo di seguito l'articolo del Dott. Gullo Vivaldi (Presidente CAO del nostro Ordine), pubblicato sul n. 3/2025 di Alessandria Medica.

L’antibiotico resistenza rappresenta oggi una delle emergenze sanitarie più gravi a livello globale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’ha definita una delle principali minacce per la salute pubblica, poiché l’abuso e l’uso improprio degli antibiotici stanno favorendo la comparsa di batteri resistenti, i cosiddetti “super batteri”, rendendo inefficaci terapie fondamentali per il trattamento delle infezioni.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’antibiotico‐resistenza è responsabile di circa 30.000 morti ogni anno in Europa, di cui circa 10.000 in Italia, rendendoci uno dei Paesi più colpiti dal fenomeno. A livello globale, si stima che entro il 2050 le infezioni resistenti agli antibiotici potrebbero provocare fino a 10 milioni di decessi annui, superando il numero di morti causati dal cancro.
In questo scenario, il ruolo dell’Odontoiatria nella gestione della prescrizione antibiotica è fondamentale. Sebbene gli antibiotici siano strumenti essenziali per il controllo delle infezioni, il loro utilizzo deve essere strettamente
regolato e basato su solide evidenze scientifiche e precise indicazioni cliniche. Il settore odontoiatrico contribuisce in modo significativo al consumo di antibiotici e, pertanto, ha una responsabilità cruciale nella lotta contro l’antibioticoresistenza.
Come accennato prima, l’Italia è uno dei paesi europei con il più alto consumo di antibiotici, sia in ambito ospedaliero che nella medicina privata e territoriale. Durante i mesi invernali, il consumo aumenta drasticamente, spesso a causa di prescrizioni per patologie di origine virale, come le sindromi influenzali, contro le quali gli antibiotici non hanno alcuna efficacia.
L’uso eccessivo e inappropriato di questi farmaci ha favorito la selezione di ceppi batterici resistenti, tra cui Escherichiacoli, Klebsiella pneumoniae e Staphylococcus aureus meticillino‐resistente (MRSA), rendendo più difficile il trattamento delle infezioni batteriche. Il rischio maggiore è quello di trovarsi in un futuro in cui infezioni comuni diventino intrattabili, mettendo a rischio la sicurezza dei pazienti e la sostenibilità economica dei sistemi  sanitari.
Accade anche che l’utilizzo degli antibiotici non sia sempre appropriato. Studi recenti hanno dimostrato che una parte delle prescrizioni farmacologiche avviene in assenza di un’indicazione clinica chiara. È fondamentale, dunque, che i clinici adottino un approccio basato sull’evidenza scientifica, evitando l’uso eccessivo di antibiotici e privilegiando alternative terapeutiche quando possibile.
Gli antibiotici in odontoiatria vengono comunemente prescritti per la gestione di infezioni acute, come gli ascessi dentali, o in via profilattica per pazienti a rischio di endocardite infettiva o osteonecrosi da bifosfonati. Tuttavia,
numerosi studi hanno dimostrato che spesso la prescrizione avviene in modo non ottimale, contribuendo al fenomeno dell’antibiotico‐resistenza.
In molti casi, l’uso di antibiotici potrebbe essere evitato a favore di interventi locali più mirati, come il drenaggio di un ascesso o l’estrazione del dente coinvolto. È dunque necessario un cambio di paradigma che porti a una gestione più consapevole delle infezioni odontogene, nell’ottica di limitare l’uso degli antibiotici alle sole situazioni in cui siano realmente necessari.
L’American Dental Association (ADA) e altre società scientifiche internazionali hanno elaborato linee guida per una corretta prescrizione antibiotica in odontoiatria. Secondo queste raccomandazioni, gli antibiotici dovrebbero essere prescritti solo nei seguenti casi:
1. Infezioni odontogene con diffusione sistemica: presenza di febbre, linfoadenopatia.
2. Ascessi che non possono essere drenati immediatamente: in attesa dell’intervento definitivo.
3. Profilassi nei pazienti a rischio: ad esempio, soggetti con valvulopatie o immunocompromessi, in cui un’infezione odontogena potrebbe avere conseguenze gravi.
In tutti gli altri casi, il trattamento locale dell’infezione è generalmente sufficiente e preferibile all’uso sistemico di antibiotici.
È essenziale un costante aggiornamento sulle linee guida per la prescrizione antibiotica e sulle strategie per la prevenzione delle infezioni. L’adozione di protocolli basati sull’evidenza scientifica è fondamentale per ridurre l’uso inappropriato degli antibiotici.
Come CAO Provinciale, ci impegneremo a organizzare eventi formativi e divulgativi per sensibilizzare i colleghi su questo tema, promuovendo una cultura della prescrizione consapevole e responsabile.
È compito del medico odontoiatra informare i pazienti sull’inutilità degli antibiotici per le infezioni virali e sui rischi legati all’abuso di questi farmaci, anche perché molti pazienti hanno ancora una percezione errata sull’uso degli antibiotici, ritenendoli una soluzione rapida per qualsiasi dolore, infiammazione o addirittura semplice fastidio gengivale.
La prevenzione delle infezioni odontogene riduce la necessità di trattamenti antibiotici. Un’adeguata igiene orale domiciliare e professionale, il controllo delle malattie parodontali e la gestione tempestiva delle patologie dentali possono contribuire significativamente alla riduzione dell’uso di antibiotici. Di qui l’importanza del binomio informazione‐prevenzione.
Concludendo, l’antibiotico resistenza è una problematica complessa che richiede un impegno collettivo da parte di tutti i professionisti della salute.
In qualità di odontoiatri, abbiamo la responsabilità di contribuire alla riduzione dell’uso inappropriato di antibiotici, adottando un approccio basato sull’evidenza scientifica e promuovendo la consapevolezza tra i pazienti.
Solo attraverso un uso responsabile degli antibiotici potremo preservarne l’efficacia per le generazioni future, garantendo al contempo la sicurezza e il benessere dei nostri pazienti. La professione odontoiatrica deve essere parte attiva di questa sfida, assumendo un ruolo di primo piano nella lotta contro l’antibiotico resistenza e promuovendo una cultura della prescrizione consapevole e responsabile.